FRAMMENTI DI UNA STORIA
CAP.2
Le luci blu delle auto della polizia lampeggiavano intermittenti, illuminando i corpi esanimi che erano rimasti a terra. C’era un gran vai e vieni di persone indaffarate, solo il tenente Provenza e il tenente Flynn erano fermi davanti al nastro giallo della polizia, in attesa dell’arrivo del capo del FID.
«Capitano Raydor!» disse Provenza ad alta voce. Attirò l’attenzione del capitano Raydor, che si voltò, sorrise e si avvicinò al nastro.
«Tenente Provenza, tenente Flynn. Cosa posso fare per voi? Al momento sono molto impegnata.» rimase con le mani in tasca, era fiera nel suo trench nero. Alla Crimini Maggiori la chiamavano Darth Raydor, Sharon l’aveva sentito per caso alla macchinetta del caffè dal sergente Lowell. Sapeva che l’odiavano e in un certo senso le piaceva incutere timore.
«Capitano, siamo arrivati sulla scena del crimine per primi e inoltre si tratta …»
«La scena del crimine è mia!” disse con fermezza e con una certa soddisfazione. Fece un ghigno vedendo gli sguardi delusi dei due uomini. Si stava vendicando, doveva ammetterlo, “Fai la brava Sharon” si disse. «Vi prego di farvi da parte signori, ora ci pensiamo noi.» disse in tono risoluto. La faccia del tenente Flynn era delusa, mentre il tenente Provenza era rosso di rabbia.
«Appunto per questo capitano …» incalzò Flynn «Abbiamo preso alcune prove e …» non fece in tempo a terminare la frase che fu interrotto dal capitano.
«Consegnerete tutto al sergente Eliot. Vi ringrazio per la collaborazione, arrivederci signori. Scusate, ma ho del lavoro da svolgere.» Detto questo si allontanò a passo veloce, molto soddisfatta.
«Ah, quella donna!» grugnì Provenza arrabbiato. «Torniamo in ufficio!»
Flynn la guardò andare via, avvolta nel trench nero. Che magnifica visione! Il capitano Raydor era una stronza, ma aveva due gambe mozzafiato! Quella donna era pazzesca, un vero schianto! Vista da dietro poi, era ancora più sexy! Era ancora imbambolato, finchè il collega non urlò il suo nome, per farlo tornare alla realtà. Si era gustato quei brevi istanti di pura gioia ed ebrezza, per tornare alla realtà in modo spietato. Tornarono in Centrale, Provenza era arrabbiato, aveva borbottato lungo tutto il tragitto, mentre Flynn pensava ancora a quella donna. Provenza ordinò alla squadra di preparare le foto, i verbali e allestire la lavagna. Il capo Johnson diede gli ordini per la giornata, era scocciata dall’ennesima intrusione del FID nel suo caso, ma non poteva opporsi, il capo Pope era stato chiaro sul comportamento da attuare: collaborazione. Ordinò ai suoi uomini di svolgere i compiti di routine e di collaborare con il FID. Si chiuse in ufficio, sperando di superare la giornata senza vedere il capitano Raydor. Dopo un paio d’ore, Flynn era seduto alla scrivania, quando sentì il rumore dei tacchi preannunciare l’arrivo del capitano Raydor. Sapeva che sarebbe arrivata, sorrise e attese la sua entrata.
«Le avevo detto di consegnare tutte le prove al sergente Eliot!» Era davanti alla scrivania, impettita nel trench nero. Flynn la fissò imbambolato, era come stregato da quella donna: più era arrabbiata, più era sexy!
«Ebbene tenente, dove sono le mie prove?!» Alzò la voce e il tono era rude.
Flynn si alzò lentamente, la squadrò in tutta la sua bellezza e fissò quei due occhi verde giada. Pensò che avrebbe voluto abbracciarla e baciarla per farla smettere di sbraitare: era bellissima!
«Allora tenente?!» sbraitò Sharon stufa di vedere lo sguardo da ebete del tenente.
Flynn si riprese dai suoi pensieri «Le prove sono in sala elettronica, non sono il servo del suo sergente … Capitano Raydor.» Fece un inchino e sorrise.
Il capitano Raydor scosse il capo con disappunto e andò in sala elettronica a passo veloce “Idiota!” pensò tra sé.
“Bellissima strega!” la fissò andare via “Quanto sei sexy!” pensò tra sé. Fece spallucce e sorrise ai colleghi. Si risedette soddisfatto, sembrava gli piacesse far infuriare il capitano Raydor. Non fece in tempo a dire qualcosa che il capitano tornò e lo fissò in malo modo «Potrebbe per cortesia, dirmi in sala elettronica, in quale posto ha lasciato le prove?!»
«L’accompagno capitano. Mi permetta di essere utile.» La sottile ironia fece sorridere i colleghi, mentre il capitano Raydor sbuffò e mormorò qualcosa di incomprensibile.
«Ha detto qualcosa, capitano?» chiese Flynn con aria ingenua, sapeva che la stava irritando e la cosa lo divertiva sempre di più. Fece strada al capitano che lo seguiva borbottando «Ama scherzare con il fuoco tenente? Stia attento, perché prima o poi si brucerà …» rispose in tono pungente “Cretino!” pensò tra sé, si stava trattenendo dal prendere a schiaffi il tenente che la trattava in modo irrispettoso.
«Flynn muoviti! Restituisci al capitano quello che vuole e torna al lavoro!» Sbraitò Provenza, ormai stufo di quel siparietto.
Flynn aprì la porta della sala elettronica e fece cenno con la mano al capitano di proseguire. La donna entrò sbuffando, non lo degnò neppure di uno sguardo: era arrabbiata. Le fissò il fondoschiena, nella gonna attillata si vedeva che era bello sodo. Sharon si voltò e mise le mani sui fianchi «Allora?»
Flynn andò vicino all’armadio, si voltò sfoggiando il miglior sorriso «Dica la verità capitano Raydor, ha fatto tutto questo per stare da sola con me.»
«Lo scatolone con le prove, per favore.» Disse a denti stretti. Cercò di mantenere la calma, ma avrebbe preso ben volentieri a calci nel sedere il tenente Flynn.
Il tenente aprì l’armadio e tirò fuori lo scatolone e lo diede al capitano.
«Tutto questo la diverte, vero?» Prese lo scatolone tra le mani, ma Flynn non lo lasciò. Erano l’uno vicino altro. Sharon sentì il profumo della colonia del tenente, ebbe un brivido, sussultò e prese di forza lo scatolone.
«Un modo come un altro per ammazzare il tempo …capitano …» Disse con voce suadente.
«Arrivederci tenente!»
«Sempre al suo servizio …» fece un inchino “Bellissima strega!” pensò tra sé.
“Cretino!” pensò tra sé e tornò in ufficio.
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«Tutto bene capitano Raydor?» chiese il sergente Eliot vedendo rientrare in ufficio il capitano tutta rossa in faccia e con in mano uno scatolone.
«Sì! Tutto a posto sergente!» appoggiò lo scatolone sulla scrivania e si sedette. Sospirò, scosse il capo “Perché deve essere tutto complicato? Accidenti!” si chiese e cercò di calmarsi. Quell’idiota di Flynn l’aveva innervosita e tutto per delle prove … prese fiato e sospirò …. Però l’acqua di colonia di quell’uomo … “Fai la brava Sharon, fai la brava!” si disse scuotendo il capo.
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