Aprile cedette il posto a maggio, e successivamente maggio cedette il posto ad giugno, dopo quella pausa invernale le temperature si alzarono ma non in modo particolarmente eccessivo, fasi di bel tempo si alternarono a fasi di piogge torrenziali con violenti temporali e grandinate.
Nel frattempo anche la situazione generale stava andando gradualmente peggiorando, le notizie che arrivavano dall'Australia erano frammentarie e poco si sapeva su quello che stava realmente succedendo, al contempo invece la Rheinmetall stava aprendo nuove Gigafactory in tutta la Germania per ampliare la produzione industriale del Paese di prodotti bellici.
Iya restava alla fattoria dove sembrava aver trovato, almeno provvisoriamente, la sua vocazione in lavori manuali di vario tipo.
Una sera una volta rincasati mi raccontava che una giornata l'aveva passata a mettere giù patate dopo che un aratro automatizzato per creare dei solchi lungo un campo già usato gli anni precedenti.
Un'altra sera invece mi spiegava di aver dato una mano a costruire una recinzione con filo elettrificato del bestiame, usato per tener a bada i lupi che a quanto pareva erano diventati una specie sempre più diffusa in tutta Europa e si erano segnalati anche numerosi casi di attacchi all'uomo.
Il lavoro ci teneva entrambi con la mente impegnata, lontana dalla paura del futuro, la nostra era una storia molto diversa da quella che avevo cominciato con Helena, e assai differente da ciò che c'era stato tra me e Hannah, ognuna era fatta in modo differente e avevamo un ruolo nella nostra famiglia che si era stranamente creata in seguito all'eruzione di Esjufjoll.
Stavamo insieme da circa un paio di mesi e avevamo avuto anche le nostre liti, quale coppia dopotutto non ne ha?
Nel frattempo con l'avanzare della primavera la dieta tedesca, e sicuramente non solo, aveva scoperto nuovi piatti tipici del posto assai diffusi ma che finora non erano mai stati considerati, almeno non prima delle condizioni di povertà.
La carne di piccione divenne un alimento base del nostro mangiare.
I piccioni erano un specie di uccello assai diffusa e resiliente nelle aree urbane di tutta Europa, ciò che sorprendeva era che il loro numero non sembrava essere stato decimato dagli eventi dell'ultimo anno, dalla nebbia secca all'inverno estremamente rigido.
Durante i giorni liberi io e Iya approfittavamo delle giornate che andavano gradualmente allungandosi per fare le nostre ormai tradizionali passeggiate sotto i tramonti color rame per poi sederci in riva al lago, a volte in silenzio altre volt e discutendo della nostra giornata e del futuro, man mano che le luci del crepuscolo passavano dalle sfumature rossastre alle sfumature violacee della sera con qualche stella, e poi al blu della notte dove restavamo ad ammirare le stelle come facevamo io ed Helena milleuno vite fa.
Quella sera, seduti sulla tradizionale panca in cui eravamo soliti sederci, l'aria era mite nonostante il tempo fino ad ora fosse stato insolitamente fresco, le stelle erano comparse da poco e restava un debole chiarore con una tonalità blu chiaro in cui si potevano intravedere le le stesse nuvole color blu iridescente che ricordavo di aver già visto l'estate prima a Bergen, in Norvegia.
L'uno accanto all'altra, con un braccio attorno alle spalle di lei, ascoltavamo in silenzio i grilli che alleggerivano l'aria con il loro richiamo nascosti tra l'erba alta.
-Ho intenzione di tornare in Islanda.- disse ad un tratto Iya rompendo il silenzio.
Rimasi sorpreso da questa novità.
-Quando?- le chiesi.
-Appena possibile, intendo tornare a Jökulsárlón,- precisò lei, - non per tornarci a vivere ovviamente, ma sento questo bisogno di ritornare a casa.-
-Posso capirti, ma sicuramente saprai che Jökulsárlón non esiste più,- dissi -qualunque cosa ci sia rimasto è ormai una rovina e soprattutto l'area è un vasto campo lavico.-
Iya si voltò verso di me.
-Lo so benissimo, ma sinceramente è il posto dove abbiamo perso tutto.-
-Se non mi sbaglio ne avevamo già parlato, potremmo andarci quest'estate se le condizioni lo permettono.- dissi.
-Per logica finché sarà estate credo che dovremmo approfittarne, quando ci avvicineremo all'autunno inizierà la stagione delle tempeste, figuriamoci poi durante l'inverno.- rispose Iya.
Ci riflettei in silenzio per un lungo momento, da un lato pure a me c'era quel richiamo che mi spingeva dopo tutto questo tempo a constatare cosa era rimasto del luogo in cui ero cresciuto.
-Potrebbe essere la nostra unica possibilità prima che arrivi la guerra, se è vero che sta arrivando.- insistette Iya.
Questo mi convinse.
-Cercherò di organizzarmi.- dissi.
-Mi fa piacere sentirtelo dire.- disse Iya prendendomi la mano.
-Per te,- dissi -per noi.-
In quel momento notai della strane luci scintillanti come minuscoli neon verdi che lampeggiavano nell'aria.
-Lucciole,- disse Iya, -non le avevo mai viste.-
-Nemmeno io.- dissi.
Restammo lì in silenzio cogliendo l'istante del momento.
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