Per fortuna, la guardia imprudente si rimise in fretta.71Please respect copyright.PENANAiwZY7mrBsy
Fu presto libero di uscire dall’ospedale, al contrario di me, che fui rinchiuso a Regina Coeli dopo aver subito un processo per direttissima.71Please respect copyright.PENANAl6D8mF2H9C
Dovetti rassegnarmi all’idea di cancellare la parola libertà dal mio vocabolario per un sacco di tempo. Fui infatti condannato a sette anni di reclusione. La pena fu sostanzialmente alleggerita grazie alle testimonianze del direttore della banca e di tutti i presenti, i quali dichiararono la mia completa estraneità alla sparatoria e il mio immediato intervento di soccorso a favore della guardia ferita. E avrebbe potuto essere ancora più leggera, se solo avessi fatto i nomi dei miei colleghi. Cosa che non presi mai nemmeno in considerazione. Ladro sì, spione mai, e questo è un altro codice d’onore vigente fra i delinquenti vecchio stampo. Fra la maggior parte di loro, per lo meno.71Please respect copyright.PENANA8rJUWIyEwg
Conobbi così la popolare e famigerata Regina Coeli. Se Rebibbia mi era sembrata una tortura inimitabile, dovetti ricredermi: c’era di peggio. Regina Coeli è un lager camuffato da centro di riabilitazione. Non ho mai capito perché ci si ostini a dare a certi luoghi definizioni così fuorvianti. Un carcere non riabilita nessuno. Il carcere ha l’unico scopo di brutalizzare e incattivire il detenuto, rendendolo, alla fine della sua obbligata permanenza in quel contenitore dimenticato da Dio e dagli uomini, più pericoloso di quanto non sia già al suo arrivo.71Please respect copyright.PENANArPIX1h26TH
Fui alloggiato per pochi giorni nel settore “Nuovi giunti”, in attesa che venisse deciso il mio reparto di destinazione. Dopo quattro giorni fui trasferito alla sesta sezione, dove vengono rinchiusi i “giovani”, dai diciotto fino ai venticinque anni di età.71Please respect copyright.PENANA7VE93xJeqU
Ma restai poco anche lì, giusto il tempo di familiarizzare con i miei nuovi compagni. Il direttore del carcere, visto la natura della rapina cui avevo partecipato, pensò bene di darmi una lezione di vita e farmi saggiare un po’ di vero carcere, al piano terra, nell’ottava sezione, chiamata anche “sezione protetta”, dove di norma vengono messi i detenuti più pericolosi tenuti lontano dagli altri carcerati.71Please respect copyright.PENANAwxsSJQYQLe
Venni sistemato in una cella da quattro - che di fatto ne ospitava sei - squallida e maleodorante, due letti a castello a tre piani addossati alle pareti scrostate, proprio davanti alla finestra.71Please respect copyright.PENANAL37CqOlmoi
La cella era umida, un grappolo di scarafaggi banchettava indisturbato con gli avanzi del pranzo di chissà quale giorno. Mi sentii sopraffatto da un sentimento di sconforto. Ero sfibrato dagli ultimi eventi cui avevo preso parte mio malgrado, demoralizzato per i continui spostamenti, terrorizzato dalla cattiva fama che aveva quella parte del carcere, dove ero destinato a passare i miei prossimi sette anni di vita.71Please respect copyright.PENANAgID3mlttcl
Cercai tuttavia di nascondere l’agitazione e assunsi un’aria da duro, disinteressandomi di tutto e di tutti. Dopo aver sistemato la mia roba nell’armadietto assegnatomi - anche se non avevo molto da sistemare, visto che mia madre si era rifiutata di venire e mio zio mi aveva portato appena un cambio di tutto - mi sdraiai sulla branda e lì rimasi giorni interi, a fissare il vuoto.71Please respect copyright.PENANAaREhNAj9zU
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Invidio le mense nelle carceri dei film americani, quelle dove puntualmente i detenuti si azzuffano creando, se non altro, un diversivo di cui parlare per molti giorni, fino alla zuffa successiva e al nuovo motivo di chiacchiere. Oltre al fatto che recarsi in una mensa avrebbe consentito di mangiare comodamente e civilmente seduti ad un tavolo.71Please respect copyright.PENANAeVPp1nfycE
Non so nelle altre carceri italiane ma a Regina Coeli, come a Rebibbia, il pasto lo devi consumare nella tua cella, in piedi o seduto in branda, a causa del sovraffollamento. L’alternativa è fare a turno per mangiare seduti al tavolino, troppo piccolo per ospitare tutti insieme, ed era quello che i miei compagni di cella facevano.71Please respect copyright.PENANALdEb5eEQ0G
Io, invece, preferivo mangiare in branda. 71Please respect copyright.PENANAwF3rH5irAk
Non avendo niente da fare, i giorni passavano con una lentezza esasperante. Le cose più dure da sopportare erano la mancanza assoluta di privacy e il doversi sciroppare le chiacchiere ad alta voce degli altri “ospiti” e la televisione a tutto volume. Questo creava spesso attriti e malumori.71Please respect copyright.PENANAiNrQuJQbvd
Più di una volta ero quasi arrivato alle mani con uno dei miei compagni. Vittorio, questo era il suo nome. Si era beccato quindici anni per tentato omicidio e aggressione ai danni di un pubblico ufficiale. Un tipo fuori di testa, permaloso e litigioso. Capitava spesso che le guardie somministrassero sonniferi ai soggetti più agitati per farli dormire tranquilli. A lui raddoppiavano sempre la dose.71Please respect copyright.PENANAl2mFAHxLMm
Non so per quale motivo mi avesse preso tanto in antipatia. Ero l’ultimo arrivato, quasi un bambino in confronto agli altri. Forse ai suoi occhi ero un bersaglio facile su cui sfogare la rabbia accumulata in anni di permanenza in quel posto degradato e degradante. O forse fu a causa delle voci che le guardie si divertivano a mettere in giro, per noia o per sadismo. Tutti sapevano del mio “ammutinamento” durante la rapina, e sebbene non avessi fatto i nomi dei miei soci, ero agli occhi di quei malviventi comunque un traditore.71Please respect copyright.PENANAlneXS8T4Wr
Qualsiasi fosse il motivo del suo odio, Vittorio detto Scirocco ce l’aveva con me. Faceva del tutto per provocarmi, a parole e a fatti. Mi spintonava senza motivo, alle mie spalle si divertiva a fare versi idioti, per non parlare degli insulti verbali e delle vessazioni varie.71Please respect copyright.PENANAus4nxJNfW8
Un giorno non potei sopportare oltre. Ero sdraiato sulla branda. La mia era quella in basso. Sapevo che mi stava fissando da minuti con un ghigno da fesso stampato sulle labbra, ma cercai di ignorarlo. Fino a quando non mi venne davanti e mi afferrò un polso. Mi colse alla sprovvista e, prima di riuscire a capire cosa stesse succedendo, si portò la mia mano sul suo sesso.71Please respect copyright.PENANAS75E1rKQWH
«Sai dove te lo infilo questo, prima o poi?» mi disse sogghignando. Balzai in piedi e, come spesso mi accadeva quando venivo colto da uno dei miei accessi d’ira, non ragionai più, né ebbi coscienza di me e di come fossi arrivato a spaccargli la faccia in quel modo.71Please respect copyright.PENANAnRiOInuKv5
Tornai in me solo dopo che furono intervenute le guardie, le quali mi bloccarono con le braccia dietro la schiena, mi ammanettarono e mi portarono via.71Please respect copyright.PENANAKeLHdYwR8Q
In seguito venni a sapere che avevano portato Vittorio detto Scirocco in infermeria, per medicargli le ferite. Aveva il naso fratturato e gli erano saltati due denti.71Please respect copyright.PENANARYE3XCwTH4
Da quel giorno in poi mi stette alla larga.71Please respect copyright.PENANAiDecSVqKmB
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Fu grazie a quell’episodio e al successivo cambio di cella che conobbi Geppetto ed ebbi modo di stringere il legame più significativo di tutta la mia vita.71Please respect copyright.PENANAOl2KG8YizY
L’inizio non fu dei più promettenti, se devo essere sincero. Il giorno in cui mi presentai nella sua cella lo feci con timore reverenziale. Geppetto era uno dei pochi ad essere rispettato e temuto da tutti, perfino dalle guardie. Nessuno sapeva bene chi fosse prima di diventare un carcerato, né perché fosse finito dentro. Perfino le guardie, che in genere si divertivano a divulgare ogni sorta di dicerie sui detenuti, tacevano riguardo a lui.71Please respect copyright.PENANAIuXnXzsufS
La sua era una cella da due, l’unica ad essere stata risparmiata dal sovraffollamento. Entrai quindi quasi in punta di piedi e rimasi fermo sulla soglia con il respiro trattenuto e le mie poche cose fra le mani, ad osservarlo.71Please respect copyright.PENANAQGuRKDxSKv
Era seduto al tavolo, un libro aperto e gli occhialetti dalle piccole lenti rettangolari calati su un buffo naso, largo e dalla punta devastata da decine di sottili capillari. La sua figura mi fece venire in mente il Geppetto di Pinocchio. Per fortuna lo tenni per me, perché la prima cosa che mi disse fu un avvertimento. Mi guardò dal basso in alto, abbassò ulteriormente gli occhiali da vista per focalizzarmi meglio e si presentò, asciutto: «Sarà meglio chiarire subito: non amo storpiare i nomi o dare soprannomi idioti, né tollero che lo si faccia con me. Mi chiamo Antonio, e non desidero essere chiamato diversamente.»71Please respect copyright.PENANA54Pucszs6O
Feci per aprire bocca ma quello continuò, imperterrito: «Non amo gli schiamazzi, la maleducazione, la sporcizia e gli scherzi di nessun genere, ancora meno che si usi un linguaggio scurrile. Sta’ al tuo posto e andremo d’accordo. Intesi?»71Please respect copyright.PENANARkZLFpS4gf
Lo fissai a lungo, con fastidio. Trovai il suo benvenuto di un’arroganza insopportabile, ma lo tenni per me.71Please respect copyright.PENANAA59qDxTIeJ
Annuii a denti stretti e pensai, con disprezzo: “Come no, Geppetto…”71Please respect copyright.PENANAd99lINvANp